La tragedia di Lampedusa, l’ennesima per l’esattezza, ha portato all’attenzione nazionale la legge Bossi – Fini in materia di immigrazione ed in particolare il reato di clandestinità. Oggi la commissione giustizia del Senato ha approvato un emendamento che prevede appunto l’eliminazione del reato di immigrazione clandestina e la sua derubricazione a mero illecito amministrativo ovvero la sua riconduzione allo status quo ante. Ora, al di là delle analisi di merito della normativa de qua, risulta lapalissiana l’interferenza mediatica nel dibattito parlamentare. Quando accadono fatti di cronaca rilevanti, i media aizzano a suon di servizi ed articoli l’opinione pubblica e di rimando il Parlamento si vede costretto a legiferare a seconda di come spira il vento. L’immigrato commette un delitto, introduciamo il reato di clandestinità; l’immigrato muore tragicamente per carenza di soccorsi, derubrichiamo il reato di clandestinità ad illecito amministrativo. Quello che sto cercando di dire è che le leggi non dovrebbero essere fatte sulla base dell’andamento emozionale del momento. Dovrebbero essere frutto di attenta e ponderata riflessione politica. A riprova di ciò ricordo ai nostri deputati e senatori che lo statista non è colui che segui il gregge pedissequamente, ma quello capace di prendere decisioni – talvolta impopolari – per il bene del Paese.